Cenni storici
Il nome di Santa Cita deriva dal fiorentino Santa Zita, venerata in Toscana tanto da essere citata da Dante nella Divina Commedia. L'Oratorio è strettamente collegato all'attività dell'artista Giacomo Serpotta, il famosissimo decoratore che tra il XVII e XVIII sec. realizzò meravigliosi stucchi di calce e gesso mutuati dal Bernini. L'intero edificio di culto è decorato con un vasto apparato iconografico basato sugli exempla dei Misteri e delle Virtù. Il catino presbiteriale è stato decorato con gli stucchi, per esaltare il dipinto di Carlo Maratta, che raffigura la battaglia di Lepanto e le gesta della flotta protetta dalla Madonna del Rosario.