Villa Zito

Le collezioni dei dipinti e delle opere grafiche della Fondazione Sicilia esposte a Villa Zito sono frutto del recupero dei beni artistici dell’antico Banco di Sicilia, distribuiti nelle filiali italiane ed estere dell’istituto creditizio.
A questi ne sono stati aggiunti altri, provenienti dal patrimonio della ex Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele per le Province Siciliane. Si tratta, dunque, di un “forziere” di opere d’arte raccolto nel tempo dalle maggiori banche dell’Isola e irrobustito da successive donazioni private.
Il nuovo ordinamento delle raccolte propone di offrire - attraverso dieci sezioni - un excursus di circa quattro secoli di arte, dal Seicento al Novecento.
Il percorso espositivo si apre al primo piano, con la pittura del Seicento che racchiude importanti testimonianze, tra cui si citano i dipinti di Mattia Preti, Bernardo Strozzi, Luca Giordano, Salvator Rosa. La pittura di paesaggio del tardo Seicento chiude la sezione dedicata all’arte antica e prelude al vedutismo settecentesco.
L’Ottocento, introdotto dalle opere di Francesco Zerilli, è rappresentato dai protagonisti della grande pittura di paesaggio in Sicilia, (Francesco Lojacono, Antonino Leto, Michele Catti) e dal recupero di alcuni interessanti dipinti come Rovine di Solunto di Pietro Volpes, presentato all’Esposizione Nazionale del 1891 nella sezione “Sicilia monumentale”, Cucine economiche di Natale Attanasio e Idillio di Vincenzo Caprile.
Un nucleo di straordinaria importanza, all’interno delle collezioni della Fondazione, è costituito dalla donazione delle opere di Ettore De Maria Bergler, voluta dagli eredi e arricchitasi con l’apporto di alcuni dipinti provenienti dalle collezioni della ex Sicilcassa.
Autore poliedrico, De Maria stupisce per la versatilità con cui si cimenta nei diversi ambiti pittorici dal ritratto, alla decorazione, alla pittura di paesaggio.
Interessante la serie di dipinti di Salvatore Marchesi dedicata allo studio dei monumenti della Palermo antica, araba e normanna, catalana, barocca.
Il passaggio tra Ottocento e Novecento è testimoniato, nelle sale del secondo piano, dal dipinto di Galileo Chini dal titolo Tempio buddista a Bangkok, esposto per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1914, e dallo straordinario Armonie vespertine di Aleardo Terzi, che presenta - in un linguaggio divisionista privo di qualunque allusione naturalistica - il tema della figura femminile, moderno idolo della Belle Epoque.
Al secondo piano trovano spazio i dipinti della Donazione Alesi Cuccio Cartaino e le raccolte del Novecento, che offrono la possibilità di addentrarsi nella polifonica situazione culturale dell’epoca.
Sono presenti i grandi protagonisti della prima metà del secolo, Mario Sironi, Filippo De Pisis, Ottone Rosai, Carlo Carrà, Arturo Tosi, Ugo Attardi, rappresentati con opere del secondo dopoguerra che testimoniano un percorso artistico in via di esaurimento, ma non per questo meno degno di attenzione.
Le inquietudini della cosiddetta Scuola Romana caratterizzano la notevole serie di dipinti di Fausto Pirandello, articolate tra il mito Primordi di Roma, la veduta Tetti di Roma, la natura morta, Menta e limone.
Per quanto riguarda l’esperienza in Sicilia, la scena del tempo è dominata dalla presenza di Renato Guttuso, di cui si cita Eruzione dell’Etna, realizzata a seguito della terribile eruzione del vulcano del 1983, dove il paesaggio appare come trasfigurato in una sorta di visione infernale. Opera che trova un illustre antecedente nel Risveglio dell’Etna dipinto nel ‘34 da Pippo Rizzo ed esposta alla II Quadriennale d’Arte Nazionale dell’anno successivo a Roma. Un diverso registro stilistico è presente in Natura morta del 1959, nell’espressionistico Ritratto di Kafka del ’63 e nei Calciatori, in cui l’energia dinamica che permea il dipinto rimanda alle ricerche di Degas o Max Beckmann.
Una testimonianza a sé è costituita dalla presenza di un’opera di Mario Schifano, esposta al piano terra. Protagonista di una nuova generazione di artisti, destinati a mutare radicalmente la concezione dell’arte per affermarne nuovi moduli espressivi, in Gigli d’acqua l’autore traduce simbolicamente - con un’appassionata lettura in chiave pop - il popolare ciclo delle Ninfee di Monet.
Al piano terra, in uno spazio studiato appositamente per esporne la ricca collezione, si trovano le opere di Pippo Rizzo, donate dalla figlia Alba.

Orario

Martedì, Giovedì, Sabato e Domenica Dalle 16:00 alle 20:00


Orario

Mercoledì e Venerdì Dalle 10:00 alle 14:00

Indirizzo:

Via della Libertà, 52 - 90143 Palermo
Tel. +39 091 7782180
Accessibile ai disabili


Autobus:

bus 106 104 101 102 107


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