Cenni storici
Con il termine di Grancia o Gancia, si intendevano gli ospizi e i poderi appartenenti ai Monasteri. La Chiesa del 1490 si affaccia su un vicolo ma al suo interno conserva lo stile e le opere dei grandi artisti che hanno lasciato la loro impronta a Palermo lungo tutto l'arco del XVI sec. La Gancia è collegata ad un famoso episodio del Risorgimento italiano. Il 4 aprile del 1860, dai magazzini della Ganci partì l'insurrezione che sancì l'inizio della fine del Regno Borbonico. Dal punto di vista militare, l'insurrezione si rivelò un fallimento. I Borboni, avvisati per tempo da una spia, stroncarono sul nascere la rivolta arrestandone i capi. I tredici arrestati furono poi fucilati dieci giorni dopo. Da allora lo slargo nel quale persero la vita fu chiamato piazza XIII Vittime. Due di loro, però, rimasero intrappolati dentro i magazzini annessi al Convento Francescano della Gancia, senza poter più uscire. Dopo cinque giorni riuscirono a praticare un buco, ancora visibile sulla parete laterale della Chiesa, e ad attirare l'attenzione delle popolane della strada adiacente. Con uno stratagemma, le donne riuscirono a distrarre le guardie borboniche ancora a presidio della Gancia e i due patrioti riuscirono a sgusciare fuori dal foro, che da quel momento fu chiamato Buca della Salvezza. Gli eventi di quei giorni sono ricordati dalle incisioni fatte affiggere dopo l'Unita d'Italia sulla parete laterale della Chiesa e dalla campana conservata nel chiostro, che con i suoi rintocchi dette inizio alla rivolta. Infine, dal 1860, una parte del convento annesso è stato destinato a sede dell'Archivio di Stato.